Smart News
ARCHITETTURA
8 Giugno 2017
Buon compleanno, Mr. Wright
Il Team Sapienza festeggia il 150° Anniversario della nascita del celebre architetto statunitense Frank Lloyd Wright, considerato ad oggi uno tra i più importanti maestri dell’Architettura contemporanea.
Di Luciana Valenzano.
«Più vivo, più la vita diventa bella».
Così diceva il grande maestro e, proprio per celebrare la sua, di vita, non meno della sua carriera, in occasione del centocinquantesimo anniversario della sua nascita, sono state organizzate le più svariate forme di festeggiamento. Naturalmente stiamo parlando di lui, Frank Lloyd Wright, architetto visionario e pionieristico che, nello scorso secolo, ha segnato un punto di volta nel modo di concepire e fare l’Architettura.
Wright nasce, appunto, l’8 giugno 1867, in Wisconsin. Giovanissimo, lavora per architetti quali Sullivan e Adler e viene in contatto con il cosiddetto Shingle Style. Quando lascia lo studio di Sullivan, ha ormai maturato un linguaggio personale: di fatto una rielaborazione dello Shingle Style – il cosiddetto stile “a ciottoli”, derivato dall’architettura di tipo coloniale – del quale mantiene l’utilizzo di materiali da costruzione naturali e locali ma che arricchisce con una spiccata sensibilità per le geometrie, espressa in giochi di piani e volumi che si intersecano in maniera fortemente plastica, sempre poi suo tratto distintivo. Si tratta delle Prairie House: costruzioni caratterizzate da lunghe linee orizzontali, interrotte il meno possibile da piccole aperture, e grandi aggetti.
Queste furono estremamente innovative dal punto di vista tecnologico – la Robie House (1909) fu una delle prime ville residenziali ad essere progettata con una rimessa con tre posti auto e con tetti a sbalzo anche di sei metri realizzati in travi d’acciaio del tipo più recente – e già contenevano i principi dell’architettura organica che Wright avrebbe professato per tutta la vita. Questi si espressero in modo più maturo e suggestivo nella sua opera più famosa, la Casa sulla Cascata (1936) una costruzione realizzata interamente in cemento armato e romanticamente incastonata nella viva roccia, a sbalzo su una cascata. E’ la sua risposta allo “stile moderno” o “internazionale”, che egli giudica “asettico”, fautori del quale erano, in quel periodo, architetti quali Le Corbusier. Wright propone, insieme ad un nuovo ideale di architettura, anche un modello di vita: ritirato dalla realtà spersonalizzante delle città industriali – da qui i volumi chiusi verso l’esterno e aperti nella parte superiore –, e che mira a rimettere in contatto e in armonia l’uomo con la natura, anche attraverso soluzioni tecnologiche. Molte di queste Houses da lui progettate in giro per gli States saranno aperte al pubblico, in occasione dell’anniversario della sua nascita; prenderanno il via anche mostre contenenti le fotografie dell’architetto scattate in Giappone e pezzi della sua collezione d’arte personale contenuta a Taliesin West (Arizona), sua residenza invernale.
Il Guggenheim di New York, da Wright realizzato nel 1943, festeggerà oggi con una riduzione del biglietto d’ingresso a $ 1.50 e, alle 13, offrirà ai visitatori una vera e propria torta di compleanno con tanto di candeline; mentre nel prossimo week end l’accesso serale sarà gratuito e verranno distribuiti tatuaggi temporanei ispirati alla “rotonda”. Non mancheranno iniziative anche qui in Italia: a Volterra, per esempio, sarà organizzata una rassegna di circa due settimane con immagini filmati e disegni che documentano l’evoluzione della carriera del maestro.
Di Michelle Lippi.
Frank Lloyd Wright è nato centocinquanta anni fa, era l’8 giugno del 1867. Ha dedicato più di settanta anni all’architettura con una produzione di opere tale che il suo talento e la sua visione ispirano da sempre generazioni di architetti in tutto il mondo. Inaugurò una nuova architettura temporalmente vicina al diciannovesimo secolo, ma dal quale si dissocia totalmente negli spazi e nelle forme, e proiettata verso il ventesimo, un secolo in cui venne rivoluzionata totalmente la scienza delle costruzioni. E questo fu reso possibile dalle nuove tecnologie e dai nuovi materiali: gli sbalzi strutturali della Casa sulla cascata (fig.1), progettata per Kaufmann in Pennsylvania, non sarebbero stati possibili senza il cemento armato. Egli fece compiere all’architettura quel salto ormai necessario che la spinse in un’era innovativa e dinamica, lontanissima dagli stilemi del passato.
Era il 1894 quando Wright parlò di architettura organica. Lo spazio architettonico doveva trarre ispirazione dalla natura e con essa relazionarsi in armonia, porsi come mezzo di riconciliazione tra l’uomo e la natura stessa integrando gli strumenti del costruito con quelli naturali del sito. Le sue prime ricerche si rivolsero al tipo della casa unifamiliare, le case della prateria rivoluzionarono il concetto tradizionale di abitazione: lo sviluppo orizzontale delle linee e della masse voleva facilitare questo inserimento dell’architettura in equilibrio con l’ambiente circostante. Questo lo rende il pioniere dell’odierna progettazione ambientale.
Ma un’architettura per essere organica doveva, secondo Frank Lloyd, essere appropriata al tempo, al luogo e all’uomo.
Per “appropriato al tempo” si intende un edificio appartenente al periodo storico nel quale viene realizzato: gli edifici del passato fanno riferimento a modelli sociali, stili di vita e condizioni che non sono più attuabili nel presente. Inoltre, un edificio deve essere costruito con le tecnologie ed i materiali del suo tempo. Esemplari in questo senso sono i suoi grattacieli e ricordiamo tra questi la Johnson & Son Company Research Tower del 1944 (fig.2) o la H.C. Price Company Tower del 1952 (fig.3).
Con “appropriata al luogo” si riferiva invece al già citato rapporto di armonia con la natura, nel quale l’architetto deve cogliere i vantaggi e le peculiarità del sito in cui costruirà l’edificio. E qui ricordiamo di nuovo la Casa sulla cascata costruita tra il 1936 e il 1939.
Con “appropriata all’uomo” voleva infine ricordarci che il fine dell’architettura è di servire le persone e, l’architetto, deve usare l’uomo come unità di misura e scala di riferimento. A tal proposito sosteneva che l’essenza di un’architettura non è da ricercarsi nei suoi muri o nei suoi soffitti bensì nello spazio in cui viviamo. E la pianta libera racchiude questo concetto.
Sviluppata nelle case della prateria come elemento di rottura della “scatola” tradizionale domestica, vide il maturo sviluppo in opere non residenziali come il S.C Johnson & Son Company Administration Building del 1936 (fig.4) o nel Solomon R. Guggenheim Musem del 1937.
Gli spazi fluiscono dinamicamente verso l’esterno (e la natura) e da esso tornano all’interno: dalla pianta tutto ha origine e tutto torna in un flusso continuo. Una metafora tra l’uomo e la società, tra l’individuale che si relaziona con il tutto ed il tutto che dipende dalle parti.
Frank Lloyd Wright è stato il primo ed indiscusso maestro di tutti noi che ci interfacciamo con il mondo dell’architettura. A distanza di anni, le sue opere così rivoluzionarie ed il suo pensiero così contemporaneo, continuano ad emozionarci e ad ispirarci rendendo la sua ricerca sempre attuale.
Di Manuel Santacroce
Oggi è il 150° anniversario (1867-2017) della nascita di Frank Lloyd Wright, architetto che è stato uno dei maestri del Movimento Moderno dell’architettura, e pioniere dell’architettura organica, considerato alla quasi unanimità il più grande architetto della storia moderna, al pari solo di Le Corbusier.
Romanticamente legato all’ideologia individualistica del “pionierismo” statunitense, si volse all’approfondimento del rapporto fra l’individuo e lo spazio architettonico e fra questo e la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno. Questi suoi interessi lo portarono a prediligere come tema le case d’abitazione unifamiliari (“prairie houses”), che costituirono l’aspetto determinante del suo primo periodo di attività.
Nel suo volume “Architettura organica” del 1939 Frank Lloyd Wright espresse compiutamente la sua idea di architettura, che aveva come idea trainante il rifiuto della mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna contrastante con la natura dell’uomo. La progettazione architettonica dovrebbe creare un’armonia tra l’uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l’integrazione dei vari elementi artificiali propri dell’uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell’intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico. In tempi più recenti nuovi settori dell’architettura rispettosi della natura ricercano un nuovo rapporto con la tecnologia “appropriato” all’insieme di riferimento, ad esempio nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un green e smart building. Questo è proprio l’obiettivo che il Team Sapienza in gara al Solar Decathlon Middle East di Dubaisi è posta con il progetto ReStart4Smart.
Per ricordare al meglio questo fantastico architetto l’America, in particolare, si prepara a festeggiarlo in pompa magna, due eventi su tutti sono le celebrazioni al MoMA e al Guggenheim Museum di New York. Al MoMA sarà di scena la mostra “Frank Lloyd Wright at 150: Unpacking the Archive” che sarà inaugurata il prossimo 12 giugno. In mostra una parte consistente dell’archivio di Wright acquisito dal museo nel 2012, un patrimonio immenso di disegni, modelli, stampe, frammenti di costruzioni, ma anche interviste radiofoniche e televisive, fotografie, memorie pubbliche e private. Il percorso espositivo, diviso in 12 sezioni che indagano 12 aspetti differenti della ricerca di Wright, non intende essere solo un omaggio, ma offre una lettura critica del lavoro dell’architetto modernista provando ad offrire nuove possibili chiavi di lettura. Il Guggenheim Museum esporrà invece rare immagini del museo in costruzione e organizzerà una serie di attività tematiche, tra cui speciali visite guidati e workshop di disegno architettonico.
Da citare anche gli eventi al National Building Museum di Washington e in tutte le principali opere della sua lunga carriera, che offriranno visite guidate, lezioni e mostre completamente gratutite.
Bibliografia
– Frank Lloyd Wright. An Autobiography. Longmans, Green and Co.. 1938.
– Peter Blake. Frank Lloyd Wright: Architecture and Space. Penguin Books. 1964.
– David Michael Hertz. Frank Lloyd Wright: In Word and Form. G. K. Hall. 1995.
– Thomas A. Heinz. The Vision of Frank Lloyd Wright. Chartwell Books. 2000.
– Julia Meech-Pekarik. Frank Lloyd Wright and the Art of Japan: The Architect’s Other Passion. Harry N. Abrams. 2001.